Con sentenza n. 64 del 16 febbraio 2023 il Tribunale di Cuneo si è pronunciato sulla richiesta di pagamento dell’indennità sostituiva del preavviso formulata da una preponente, a seguito di un recesso senza giusta causa esercitato da un agente.

Per meglio comprendere la sentenza in commento è utile ricostruire brevemente la vicenda da cui ha tratto origine tale sentenza.

L’agente Tizio effettuava un recesso da un contratto di agenzia senza l’osservanza del periodo di preavviso, inviando alla preponente Alfa una comunicazione in cui non solo non era indicata alcuna circostanza integrante una giusta causa di recesso, ma addirittura l’agente ringraziava la preponente per l’esperienza da lui acquisita durante gli anni della loro collaborazione.

La preponente Alfa adiva il Tribunale di Cuneo per ottenere la condanna dell’agente Tizio al pagamento dell’indennità sostituiva del preavviso derivante dal suo recesso.

Tizio si costituiva in giudizio eccependo che il suo recesso era un recesso per giusta causa, con la conseguenza che nessuna indennità sostitutiva del preavviso era dovuta alla società Alfa.

Nella sentenza in esame il Tribunale di Cuneo ribadiva i seguenti principi di diritto già affermati dalla Corte di Cassazione:

  • il recesso dell’agente per giusta causa si converte, ove si accerti l’insussistenza di quest’ultima e salvo che non emerga una diversa volontà dell’agente medesimo, in un recesso senza preavviso, che determina la riespansione del diritto della controparte a percepire le previste indennità ed all’eventuale risarcimento del danno (Cass. civ. 30 settembre 2016 n. 19579);
  • l’indennità sostituiva del preavviso è correlata al fatto che lo scioglimento del rapporto di agenzia è conseguenza della volontà di una parte e tale indennità ha la funzione di risarcire in modo preventivo e automatico il danno che può derivare all’altra parte dal recesso senza preavviso (Cass. civ. 14 marzo 2012 n. 4042);
  • l’indennità sostituiva del preavviso è dovuta indipendentemente dalla prova di un pregiudizio subito a causa del recesso ad nutum della controparte, posto che tale indennità è prevista in favore della parte non recedente quale conseguenza automatica e predeterminata del recesso con effetto immediato, intimato dalla controparte, non assistito da giusta causa (Cass. civ. 29 novembre 2017 n. 28524).

Nel caso di specie il Giudice adito accertava che dal tenore della comunicazione di recesso inviata dall’agente alla preponente era incontrovertibile che si era trattato di un recesso in tronco privo di giusta causa, considerato che non solo non era menzionata alcun fatto costituente una ipotetica giusta causa, ma l’agente aveva persino ringraziato la preponente per gli anni della loro collaborazione.

Pertanto, il Tribunale di Cuneo riteneva che la comunicazione in questione era incompatibile con la sussistenza di un inadempimento della preponente così grave da giustificare un recesso per giusta causa e condannava Tizio a corrispondere a Alfa l’indennità sostituiva del preavviso.

 

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