Con la sentenza del 27 febbraio 2019 la Corte d’Appello di Milano ha stabilito che il lieve ritardo della preponente nel pagamento delle provvigioni non costituisce per l’agente una giusta causa di recesso.

In particolare, la Corte d’Appello di Milano ha ritenuto che – indipendentemente dal motivo dell’omesso pagamento delle provvigioni da parte della preponente e cioè se trattasi di un puro disguido o meno – il ritardo, nel caso di specie di nove giorni, rispetto all’usuale momento di pagamento delle provvigioni è oggettivamente di lieve portata e non costituisce una causa tale da non consentire la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto di agenzia e con esso il protrarsi della normale funzionalità dell’attività dell’agente.

Pertanto la Corte d’Appello di Milano ha reputato infondato il recesso per giusta causa effettuato dall’agente e, conseguentemente, lo ha condannato a corrispondere alla preponente l’indennità sostituiva del preavviso da lui non svolto.

La sentenza in commento è interessante, in quanto da essa si ricava che di per sé il ritardo nel pagamento delle provvigioni da parte della preponente non rappresenta un valido motivo di recesso per giusta causa se non è significativo.

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