Con sentenza n. 3555 del 10 luglio 2025 il Tribunale di Venezia si è pronunciato sul tema della violazione del patto di non concorrenza da parte di un agente di commercio.
Nel caso che ha dato origine alla suddetta sentenza l’agente aveva stipulato un nuovo contratto di agenzia con un’azienda diversa per la vendita di piatti doccia in ceramica, mentre il precedente contratto di agenzia riguardava piatti doccia in resina.
L’agente considerava i prodotti come differenti, poiché riteneva che la diversa natura del materiale comportasse una distinzione sostanziale tra le due tipologie di piatti doccia, tale da non configurare una reale concorrenza tra le aziende rappresentate.
Pertanto, l’agente aveva comunicato telefonicamente il nuovo incarico alla preponente, ritenendo sufficiente tale modalità, sebbene il contratto prevedesse esplicitamente l’obbligo di una comunicazione scritta per qualsiasi nuovo incarico di agenzia in concorrenza.
Con la sentenza in esame il Tribunale di Venezia ha ritenuto che l’agente avesse violato il patto di non concorrenza rilevando che:
- la concorrenza sussiste anche quando i prodotti hanno caratteristiche diverse (ad esempio ceramica e resina), ma appartengono allo stesso settore merceologico;
- la comunicazione telefonica non basta quando il contratto richiede espressamente la forma scritta;
- la clausola risolutiva è valida e non viola l’art. 1355 del codice civile;
- l’agente non ha diritto ad ottenere l’indennità di fine rapporto e l’indennità sostituiva del preavviso, in quanto in base all’art. 1751, 2° comma, del codice civile tali indennità non sono dovute quando il contratto di agenzia si risolve per inadempimento dell’agente.
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